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Omaggio a Fo e Jannacci

LUCA BASSANESE E ANTONIO CORNACCHIONE INTERPRETANO “HO VISTO UN RE”, OMAGGIO A DARIO FO ED ENZO JANNACCI (il videoclip)

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Due artisti si incontrano e decidono di interpretare una pietra miliare della canzone d’autore italiana, uno di quei brani entrati nella storia della canzone popolare. Sono il cantautore attivista Luca Bassanese e il comico e attore satirico Antonio Cornacchione che rendono omaggio interpretando il brano “Ho visto un re” al grande Enzo Jannacci che portò al successo la canzone nel 1968 e al maestro Premio Nobel Dario Fo autore del brano.
Parole senza tempo e di estrema attualità per una canzone, “Ho visto un re”, che costituisce da sempre un’ironica presa di posizione nei confronti dei potenti, i cui interessi privati vanno sempre a scapito della gente comune. Allegoria tanto cara alla tradizione Popolare da divenire metafora dei giorni nostri visione profetica dell’attualità.
La canzone, che farà parte del nuovo album del cantautore Luca Bassanese dal titolo “L’amore (è) sostenibile” in uscita a marzo 2014, è prodotta e ri-arrangiata dal musicista, produttore e compositore Stefano Florio (per Buenaonda) e si arricchisce del suono della fanfara e di una ritmica popolare incalzante dove il suono originario del basso tuba danza a ritmo di un’intera banda popolare.
Quando Jannacci propose “Ho visto un re” alle audizioni per partecipare a Canzonissima 1968, la canzone fu respinta a causa del testo ma come accade spesso ciò che “l’istituzione” condanna, il popolo, sovrano, premia e rende immortale.
Così questa canzone è divenuta negli anni pietra miliare, voce degli ultimi, sberleffo dei potenti.
A parlare di questo vengono alla mente le motivazioni che spinsero la giuria del Nobel a Dario Fo: “Il Premio Nobel per la Letteratura viene assegnato quest’anno allo scrittore italiano Dario Fo, perche’, seguendo la tradizione dei giullari medioevali, dileggia il potere restituendo la dignita’ agli oppressi.”
E a chi meglio di Enzo Jannacci, cantore della vita, delle tante Vincenzina “condannate” nelle fabbriche degli anni 60/70 nel pieno delle lotte politiche, studentesche, sindacali, poteva essere affidato per il grande pubblico un brano così delicato, quanto ironico e graffiante.
Oggi, questa nuova interpretazione di Luca Bassanese e Antonio Cornacchione vuole essere un gesto di continuità con quella tradizione popolare che da sempre rende giustizia agli ultimi, con lo scopo di diffondere coscienza sociale, attraverso l’allegoria, l’arte del teatro che diviene canzone, come spinta poetica necessaria per un nuovo mondo possibile.

Non siamo forse difronte ad un nuovo medioevo?
“…e sempre allegri bisogna stare che il nostro piangere fa male al re”